Pillole pre-Covid

Questa è un mio manoscritto che ho trovato nel cassetto (virtuale ovviamente !) e che mi ha ricordato l’articolo ‘La mia strada’ che ha pubblicato oggi un mio neo amico (posso osare?) che ho conosciuto in rete recentemente, Alessandro.

Curioso come tanto tempo fa erano diversi i pensieri e le priorità …  ora causa Covid tutto questo è cambiato, e nessuno avrebbe mai immaginato una tale catastrofe ..

” Cara mia vita di tutti i giorni,

cosa posso dirti? A volte ti odio e a volte di ti amo anche se so che dovrei solo amarti solo per fatto che ci sei e ti posso vivere.
Alcune mattine mi alzo anche se non lo vorrei fare e i mille pensieri iniziano a ronzarmi in testa e le mille cose da fare a farmi venire l’ansia.
Mi lavo i denti il viso e tutto il resto, pensando che a volte neanche mi guardo allo specchio tanta è la fretta o soltanto la poca voglia.
E li tutti i giorni mi riprometto di pensare di più a me stessa e di non dimenticarmi la crema che farebbe tanto bene alle mie carissime amiche rughe.
Mi preparo e mi vesto svogliatamente (citazione del grande Vasco ma qui ci sta proprio bene). Preparo i miei bambini, a volte senza neanche avere il tempo di soffermarmi per un bacio ed una carezza in più. Non capita sempre ma non per questo mi sento meno in colpa, mi riprometto quindi ogni mattina di alzarmi prima per fare le cose con più con calma e non essere sempre di corsa. Mi ripeto che i bambini hanno i loro tempi e io li devo rispettare, e che quindi loro non devono correre  come me appena aperti gli occhi.
Dunque dove ero? Già, mi vesto svogliatamente ed esco di casa.
Corro in autostrada e quasi in apnea raggiungo casa di mia mamma vicino al lavoro.
Conto i minuti e ogni volta penso che timbrerò in ritardo e mi dico quasi sempre con la stessa cronologia: non importa, non succede niente per una volta, pazienza e invece rosico perchè anche un minuto equivale a mezzora persa della mia vita, trasformato in R.O.L. cioè permessi aziendali in via di esaurimento.
Spesso ce la faccio o timbro alla Fantozzi cioè in corsa con la lingua fuori mentre il minuto fatidico non è ancora scattato.
Entro in azienda e dopo il relax iniziale iniziano le interminabili 6 ore fatte di noia, risentimento, fastidio e incavolature, sempre nella esatta cadenza qui riportata
Noia perchè il mio lavoro è ripetitivo e monotono. Risentimento perchè è quello che sento verso la mia responsabile con la quale ho spesso animate discussione sul diverso modo di percepire lavoro, sentimenti e persone.
Fastidio perchè quello che provo quando assisto a scene da brivido come auto elogismi o grandi smancerie verso superiori o simili con pari stelle graduate
Incavolature perchè spesso finisco la mia splendida giornata con rabbia verso tutto e tutti.
Torno a casa e qui di seguito sempre con la stessa cronologia: piccole pulizie della casa tra urla e strilli dei bambini, preparazione della cena, messa a letto dei piccoli soggetti e messa a letto della sottoscritta.
E li cara mia vita di tutti i giorni forse c’e’ il momento che più mi piace quello dedicato magari ad un libro o ad un film.
Immancabilmente però anche li finisco per pensare e chiedermi perchè cara mia vita di tutti i giorni non puoi essere sempre così e donarmi più libertà e piacere?
Perchè non posso passare la maggior parte del tempo a svolgere le attività che più mi piacciono?
E anche qui ecco le solite risposte in cronologia che sono: perchè non sono ricca, perchè non svolgo il lavoro che vorrei, perchè non ho quello che voglio e quindi cara mia vita di tutti i giorni sai cosa penso? Che se rinasco, rinasco magari ricca e famosa per poter provare almeno una volta l’ebbrezza di costruirti come voglio, minuti per minuto senza nessun obbligo o dovere solo e soltanto lasciandoti andare così come vorrei…”

2 thoughts on “Pillole pre-Covid

  1. Non è detto che si debba essere ricchi e famosi per poter fare quello che si vuole e vivere bene. Almeno, non lo voglio credere. Ma se mi chiedi come si fa, non l’ho ancora scoperto.

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  2. Grazie per aver pensato a me in relazione a quanto hai trovato nel cassetto virtuale dei tuoi scritti. Non so se è ancora così la tua vita, però immagino che sia dura.
    Ah, chiamami pure amico, non ci rimango male 😉

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