Pillole di scrittura n. 8

Andiamo avanti ad esercitarci con il senso dell’udito.

Quanti rumori affollano la nostra giornata? Il rumore della sveglia, quella della caffettiera, quella del cane della vicina che abbaiai, quella del campanello, quella del clacson della macchina ecc..

Ora dopo esserci allenati ad entrare e percepire il silenzio con la lezione precedente impariamo ad ascoltare.

Proviamo a scrivere un racconto descrivendo ciò che abbiamo sentito, può essere un dialogo sentito al parco, la conversazione con un’amica, il dialogo tra due sconosciuti che abbiamo incontrato in treno o per strada ecc …

Descriviamo questo racconto così come lo abbiamo sentito.

Riscrivi poi, lo stesso racconto raccontato da un’altra persona che ha sentito lo stesso dialogo, se non c’era immaginiamola.

Utilizza quindi un’altra voce narrativa.

Infine riscrivilo una terza volta, utilizzando il punto di vista e la voce di una terza persona che alla fine esprime un giudizio finale e mette a tacere entrambi

Cito gli incipit dati dal libro come esempi per meglio chiarire questo concetto:

es. 1) ascolta quello che ti dice un amico e scrivilo (prima voce)

2) ìse stai a sentire quella’, scrivi lo stesso dialogo come se lo stesso sentendo anche un’altra persona (seconda voce)

3) Ascolta me, una terza persone interviene ed esprime il suo parere

Entriamo poi dentro di noi e proviamo a descrivere quello che ascoltiamo quando la nostra voce interna ci parla, quale frase ricorrente ci portiamo dietro dalla nostra infanzia es.”sento mio padre che mi dice, sento ancora la voce di mia madre che mi urla ….”

Es. Luca: Alla mia prima pagella in terza liceo, ricordo ancora mio padre che rivolto a mia mamma disse’ E’ bravo, in tutto, hai dei bei voti ma non eccelle in niente?. Ancora oggi quella frase è il mio incubo, aveva ragione lui? Ogni cosa che conquisto non mi sembra che valga abbastanza mi sento un mediocre e un potenziale fallito.

Ora prova a rispondere con la tua voce di oggi a quella frase, cercando di metterla a tacere:

Luca ” Sai papà, ho sempre pensato che alla fine il mediocre eri tu, con il tuo stipendio fisso e la tua vita ben strutturata.

Solo ora sono arrivato a capire che quello era il modo che avevi deciso tu, di utilizzare per spronarmi. Solo così pensavi di riuscire ad ottenere il meglio da me. Ed è un classico che i padri vogliono che i figli realizzino i propri sogni. Tu volevi che diventassi un’eccellenza, come non lo eri stato tu. Ora ne sono cosciente e cerco di fare quello che non hai fatto tu con me con mio figlio, cerco di spronarlo ma anche di aiutarlo a realizzare i propri sogni.

Prova a riscrivere il dialogo della tua voce interiore

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